Acta Pacis Westphalicae II B 2 : Die französischen Korrespondenzen, Band 2: 1645 / Franz Bosbach unter Benutzung der Vorarbeiten von Kriemhild Goronzy und unter Mithilfe von Rita Bohlen
Dalla cortesissima lettera di Vostra Signoria Illustrissima de 15 caduto intendo con quanta
efficacia essa habbi parlato col signor cardinale Mazarino et altri signori ministri
principali di questa corte sopra l’avanzo del signor duca d’Anguien et ingiusto spargimen-
to di sangue, comme anco in materia della battaglia seguita con Turena, cioè que Francesi
vi siano tutti stati tagliati a pezzi dandosi quartiere a tutte l’altre nationi. Rendo piene
gratie a Vostra Signoria Illustrissima dell’haverci repplicato per la verità et a favore mio,
quanto m’accenna, e ben potevo io imaginarmi, che mentre poco fa il marchese di
Noirmontier fece risentimento simile col mio cameriere maggiore , questa sinistra
impressione havrà trovato facilmente luogo in Parigi, mentre il medesimo Turena per
espresso vi mandò questa relatione, come dicono, onde mi parve necessario di procurarne
dal mareschial sodetto una testimonianza della falsità di aviso tale, a che fine il barone de
Mercy, mio marescallo di campo fece con esso doglianze per lettera. Ma com’egli l’habbi
negato ne mandai a Vostra Signoria Illustrissima copia con l’ordinario passato
con quanto il marchese sudetto ne scrisse al mio cameriere maggiore et questo gli rispose,
acciò Lei possa mostrare all’Eminenza Sua et altri signori ministri la verità del fatto
confessata da medesimi generali Francesi, e di chiarirgliene di questo maliciosamente
inventato figmento, levando insieme ad essi l’esasperatione presane contra di me e
troncando congiuntamente questo novo impedimento della bona intelligenza, che tanto
ambisco con la corona di Francia, di che io di novo la ricevo et attenderò con desiderio il
seguito et come sii stato sentita la verità del sucesso.
In oltre do parte a Vostre Signoria Illustrissima che il signor duca d’Anguien con le giunte
del Chinigsmarc et Hassi entrato nella Franconia e presi tutti li quartieri assegnati colà
all’armata mia dell’Imperio, dopo la separatione del Chinigsmarc detto, comminciò a
travagliare tanto detta armata mia, con tutto che questa sempre si ritenne ne’termini di
diffesa degli stati dell’Imperio senza offenderlo, e farsi la strada in Baviera, fino che
ultimamente presso la mia città di Donaverda hostilmente assalita et attaccatala con gran
risolutione la costrinse a combattere, come segui con molto sangue d’ambe le parti, a
segno che niuno può tribuirsi la vittoria, vi restò molta gente et offitiali grandi. E un gran
peccato che s’habbi a spargere tanto sangue innocente di christiani inutilmente, il che
commoda- et amicabilmente si potrebbe dismettere et aggiustare, purchè si volesse dar’
orecchie alle tante offerte, ricordi, e dimande. Ma non dubitando io che novamente si
troverà gente nemica della pace et di me, che in Pariggi rappresenterà il successo
odiosamente e con esasperatione come di prima contro di me, ho giudicato necessario di
communicarlo a Vostra Signoria Illustrissima affine che ella in sussidio della verità ne
possa dar parte al signor Cardinale medesimo con assicurarlo che di cuore mi rincrescono
simil’estremi, pregando Sua Eminenza sommamente, che con l’autorità sua voglia
procurare mezzi per dar fine a questi spargimenti di sangue, che a Dio tanto dispiacciono
e ne chiederà strettissimo conto, e dar’apertura ad amicabile aggiustamento.
Io abbraccio volentieri il prudente parere di Vostra Signoria Illustissima, ma Lei può ben
giudicare che io per secondare la proposta e consiglio suo, non havrei all’hora più
l’authorità di tirare alla pace per forza quelli che farsi non desideranno, quando la mia
armata sempre venisse talmente travagliata. Per evitare dunque questo impedimento, mi
dichiarò d’assistere con l’armi mie immediatamente solo a quelli che vogliono la pace
contro coloro che la ricusano e s’oppongono alli desiderii pii della pace di corona di
Francia e giusta sodisfattione sua, di che Vostra Signoria Illustrissima potrà accertare Sua
Eminenza et principalmente la Regina medesima. Ma perché questa mia risoluttione e
dichiaratione non riesca infruttuosa, è necessario che la non venghi palesata fuori di
tempo e che quella corona desista de perseguitar, travagliar, attaccar et levar tanti
quartieri et mezzi di vivere alle mie genti, che nel sopradetto caso et evento saranno per
impegnarsi a questo fine, onde meglio sarebbe di conservar l’una e l’altra di queste due
armate nel suo bon essere per la cessatione d’atti di hostilità, che causeranno la
destruttione d’ambedua per lo spargimento di sangue, acciò si possino in ogni tempo
unire fruttuosamente et costringere senza rispetto quelli che potrebbero frustrar’ o
dilungare la pace o col negare le giuste sodisfattioni alla corona di Francia o in
qualsivoglia altro modo. E questo sarà il piu efficace espedito mezzo di rimettere presto la
pace. Il tutto piacia à Vostra Signoria Illustrissima d’esporre al signor cardinale et
accettando egli questa mia offerta e risoluttione c’ho ordinato ancora a miei ambasciatori
in Munster di conferire a que’ signori plenipotenziarii di Francia, me n’avisi per un
espresso con mandar insieme ordini a ciò necessarii al signor duca d’Anghien.
Per me non saprei che altro da me desiderarsi potrebbe per protestare alla corona di
Francia il mio desiderio della pace e di ristabilire tanto l’antica buona intelligenza, che
sempre è stata tra la corona detta e casa mia, quanto ancora la singolar’ osservanza e
confidenza verso quella corona. Col mezzo di questa negociatione Vostre Signoria
Illustrissima acquisterà perpetuo nome e vanto d’autore della pace, e se ne renderà
obligata la christianità tutta.