Acta Pacis Westphalicae II A 3 : Die kaiserlichen Korrespondenzen, Band 3: 1645 - 1646 / Karsten Ruppert
Ancor che le ragioni rappresentate nella scrittura attenente la restitutione del serenis-
simo di Lorena siano tali, et così importanti, che non si possa dubitare, che la maestà
dell’Imperatore sia per cedere così facilmente alla Francia quelle che tiene sopra i tre
vescovadi di Metz, Tul, et Verdun per l’interesse che vi ha anco tutto l’Imperio et il
danno non credibile, che ne risultarebbe a tutta l’Augustissima casa, et a quella di
Lorena, non dimeno quando non ci fusse altro mezzo per concludere la pace, et che
sua maestà Cesarea venisse sforzata a rinuntiare a ogni ragione, che tiene, o puòle,
havere sopra detti vescovadi, et lor deppendenze, la maestà sua vien humilissimamente
supplicata in consideratione della servitù resa al sacro Imperio et all’Augustissima casa
dal serenissimo di Lorena, et de danni patiti, et spese fatte da sua altezza per servitio
di quella, di voler riservare, et sostrarne generalmente tutti i feudi che sua
altezza possiede rilevanti di presente, o altre volte da detti vescovadi con tutte le loro
appartenenze, et deppendenze, insieme tutte le terre possedute sotto qualsivoglia titolo
dall’altezza sua et che la Francia pretende essere stato altro [!] volte di detti
vescovadi, et di quelli, et di queste fare da sua maestà Cesarea col consenso di tutto
l’Imperio l’istessa rinuntia, o cessione a favore del serenissimo di Lorena, et suoi
successori duchi, che la maestà sua farà alla Francia de sudetti tre vescovadi di Metz,
Tul, et Verdun, con le loro deppendenze eccettuate le sudette.
Et di essentare perciò da hora innanzi, et a perpetuità sua altezza et i suoi successori
d’ogni suggettione, homaggio, fedeltà, et recognitione che debba, o possino essere stato
attenuto di fare verso sua maestà Cesarea o detti vescovi per rispetto di detti feudi, o
terre, insieme tutti i vassalli, et sudditi di quelli, senza che la Francia possa sotto qual-
sivoglia pretesto, ne anco sotto pretesto di protettione de vescovi, o altri ecclesiastici, o
vassalli di detti vescovadi, molestare, ne inquietare detti serenissimi nella possessione
libera, et assoluta di detti feudi, et terre, ne obligare detti serenissimi ne i lor sudditi e
vassalli a veruna deppendenza, ne suggettione, restando questi interamente sotto
l’obedienza, et soveranità de serenissimi di Lorena, et nell’istessa maniera che
resteranno gl’altri sudditi, et vassalli di detti vescovadi di Metz, Tul, et Verdun sotto-
posti alla Francia, quale sarà obligata di dare le sue lettere declaratorie sopra questo,
et di farle verificare ne suoi parlamenti, acciò che nessun ci pretendi causa
d’ignoranza.
Et che sia detto ancora per motto espresso che l’abbato di Gorze restarà principe
libero et assoluto, come era prima, et vien riconosciuto in tutti i trattati di pace fatti
per l’addietro tra le due corone, senza che nessuna di loro vi possa che pretendere, ne
domandare all’avvenire perché quella badia essendo unita alla primatialle di Nansi,
e posta in mezzo alla Lorena, sua altezza riceverebbe un notabilissimo danno mentre ci
fusse innovato qualche cosa, oltre che essendo ben di chiesa nessun ne puòle in
conscienza disporre altrimente.
Et acciò che questa rinuntia di sua maestà Cesarea sopra i tre vescovadi di Metz, Tul,
et Verdun quando ella venisse obligata, et costretta di farla, così in favore della
Francia, come del serenissimo di Lorena non sia d’aggravio, né di molestia a i sudditi
di ambe le parti, devesi fare spianare le fortificationi di Moyenvic, et prohibire che se
ne possa fare altrove ne detti vescovadi di Metz, Tul, et Verdun, così dalla parte di
Francia, come del duca di Lorena, et ciò anco per benefitio dell’Imperio et dell’Augus-
tissima casa, perché conforme se detto nella prima scrittura il vescovado di Metz,
confinando con l’Alsatia, et l’arcivescovado di Treveri la Francia potrebbe fare delle
fortezze fin sopra il Rheno, et la Mosella.